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L’analisi dei backlinks da parte del Consulente SEO

Quest’oggi lascio la parola ad un collega veramente preparato: Francesco Giammanco.


Sebbene Google sconsigli l’acquisto di link innaturali, la cui acquisizione deve essere sempre ponderata, i backlinks rimangono uno dei fattori di posizionamento più importanti della SEO.

Indice

  1. Cosa sono i link innaturali?
  2. Link Diversity
    1. Contestuale
    2. Link nel footer o nella sidebar
    3. Link dalle directory
    4. Link dalla pagina delle risorse
    5. Link da siti di nicchia
    6. Link dai forum
    7. Link dai commenti di blog pertinenti

I link innaturali sono tutti quelli che vengono acquistati o in ogni caso manipolando la normale acquisizione di backlinks. Da poco Google sta muovendo una personale battaglia di riconoscimento dei link sponsorizzati (ovunque) e di autopromozione (nei blog), proprio per cercare di comprendere e limitare il più possibile le intenzioni commerciali relative al posizionamento di links.

Ma se creare una link building funzionale vi consiglio il supporto di un consulente SEO specializzato (vedi www.francescogiammanco.it) conoscere le caratteristiche dei backlinks, seppur quelle nominali risulta sicuramente comodo per rendere più “naturali” le operazioni di richiesta di baclinks da siti amici di cui vi fidate, se così si può dire.

Link Diversity è un termine che indica come la variazione di posizione e contesto dei backlinks possano in parte celare la loro innaturalità. Le tipologie di backlinks da prendere in considerazione sono:

  • Link contestuali
  • Link a piè di pagina / sidebar presente in tutto (o quasi) il sito
  • Link dalle directories
  • Link dalla pagina delle risorse
  • Link da siti di nicchia
  • Link ai forum
  • Link dai commenti di blog pertinenti

Contestuale

Si tratta di un link sviluppato all’interno del testo e costituito da link e anchor text. La forza di questo collegamento è che trae la sua capacità di trasportare autorità semantica non solo in virtù della parola chiave presente nell’anchor, ma anche delle correlate presenti nella frase. Di norma questo backlinks più è inserito all’interno e non utilizzato come ovvia conclusione di una frase, più valore ha. Di norma chi si occupa di guest post genera dei link di tal guisa.

Dopo Penguin 2.0 l’utilizzo di questa prassi è scemata, anche se alcune pagine particolari sono immuni a questa prassi, come sitemap, pagine dedicate alla privacy e copywright. Sicuramente sviluppare dei backlinks in questa sezione è rischioso, motivo per cui ne sconsiglio la pratica. Non ne richiedete, neppure se fossero a prezzo ribassato.

A meno che non siano segnalate l’utilizzo di backlinks dalle directory non ha un grande effetto sul posizionamento, a meno che non si tratti di Local SEO. Di fatto solo la penuria di backlinks utilizzabili per il sito e il bisogno di segnalare il sito da pagine con una forte indicazione riguardo la posizione geografica rendono le directory valide. Da non utilizzare per progetti con visibilità nazionale.

Si tratta di una categoria di backlinks poco conosciuta forse perché richiede un certo numero di link da inserire e il rischio di penalizzazione se non altissima si configura comunque all’orizzonte. Di fatto un backlink di questo tipo non trasmette una grande valenza semantica ma si limita a potenziare un brand o un servizio “nominato”.

Si tratta dell’esempio diametralmente opposto al precedente: se le pagine delle risorse sono appannaggio di siti di una certa dimensione, i siti di nicchia tendono ad avere un traffico limitato ma a trasmettere una certa… potenza semantica. Si tratta infatti di siti in media abbastanza verticali (ossia con argomenti appartenenti ad un’unica area semantica, se li consideriamo secondo i fattori di posizionamento di Google), che trasmettono un buon segnale.

Non valgono praticamente nulla o quasi, sono da tenere in considerazione al pari dei link nofollow come diversificazione delle fonti di provenienza dei backlinks e nulla di più.

Secondo le indicazioni di Google dovrebbero essere segnalati con il rel=”ugc”, un’altra forma di nofollow. Sicuramente se fino a qualche mese fa un backlinks da blog dello stesso settore del sito sarebbe stato un segnale di posizionamento sufficiente, probabilmente in futuro non sarà così


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